Il progetto

“Per un diritto gentile”

“Per un diritto gentile” nasce nel 2012 come gruppo di lavoro per la promozione di un modo innovativo di “fare diritto” nel campo della salute e della relazione di cura.
L’aggettivo “gentile” è scelto per connotare un diritto che prende forma a partire dalla conoscenza e comprensione della realtà umana e professionale della relazione, tanto dei suoi aspetti etici e scientifici quanto del suo vissuto.
Un diritto che, anziché imporre in questo terreno schemi e strumenti legali nati in tutt’altro orizzonte, si propone di costruire regole – cioè criteri di condotta, di valutazione, di decisione – “appropriate”, nel linguaggio e nelle soluzioni, a questa specialissima relazione.
Così ha origine la prima proposta, attorno alla quale si unisce il gruppo: quella di princìpi condivisi “Per un diritto della dignità del morire.
Negli anni successivi, il gruppo elabora un progetto organico “Per un nuovo diritto della relazione di cura” – che si traduce, già nel 2013, nel disegno di legge “Norme in materia di relazione di cura, consenso, urgenza medica, rifiuto e interruzione di cure, dichiarazioni anticipate”, presentato al Senato dai Sen. Luigi Manconi e Paolo Corsini – e poi segue attivamente le vicende che conducono all’approvazione della L. 22.12.2017, n. 219, tra cui l’elaborazione del documento “Linee propositive per un diritto della relazione di cura e delle decisioni di fine vita”, del Cortile dei gentili.
Tra il 2021 e il 2023, il gruppo inizia a rinnovarsi e a consolidarsi, anche attraverso la costituzione dei primi osservatori locali di Padova, Trento, Bologna, e Palermo. Si tratta dei primi passi verso la costituzione di punti di osservazione radicati nel territorio, che possano fare emergere i problemi dal “basso” della dimensione quotidiana delle relazioni di cura nei diversi contesti e che potranno alimentare anche le attività della reta nazionale di studio.
Attualmente, l’orizzonte di interesse del gruppo si estende, per un verso, al problema della conoscenza ed attuazione della legge del 2017. Sarebbe necessario un grande sforzo e un impulso costante e concorde da parte delle istituzioni rispetto a chi organizza i servizi di cura, pubblici o privati, oltre che un impegno rispetto alla formazione “umanistica” dei giovani medici e degli altri professionisti coinvolti, a partire dalla formazione universitaria.
Per altro verso, il tema della “cura della persona” – e di un diritto della cura della persona – riguarda tutte le situazioni di fragilità e di bisogno di sostegno e si prospetta come una questione politica e giuridica centrale nel nostro futuro: è necessario un “diritto gentile” nella cura delle persone fragili, dei bambini, degli anziani, dei migranti, delle persone detenute, ecc. Quindi, “Per un diritto gentile” del “prendersi cura”.

Il progetto

“Per un diritto gentile”

“Per un diritto gentile” nasce nel 2012 come gruppo di lavoro per la promozione di un modo innovativo di “fare diritto” nel campo della salute e della relazione di cura.
L’aggettivo “gentile” è scelto per connotare un diritto che prende forma a partire dalla conoscenza e comprensione della realtà umana e professionale della relazione, tanto dei suoi aspetti etici e scientifici quanto del suo vissuto.
Un diritto che, anziché imporre in questo terreno schemi e strumenti legali nati in tutt’altro orizzonte, si propone di costruire regole – cioè criteri di condotta, di valutazione, di decisione – “appropriate”, nel linguaggio e nelle soluzioni, a questa specialissima relazione.
Così ha origine la prima proposta, attorno alla quale si unisce il gruppo: quella di princìpi condivisi “Per un diritto della dignità del morire.
Negli anni successivi, il gruppo elabora un progetto organico “Per un nuovo diritto della relazione di cura” – che si traduce, già nel 2013, nel disegno di legge “Norme in materia di relazione di cura, consenso, urgenza medica, rifiuto e interruzione di cure, dichiarazioni anticipate”, presentato al Senato dai Sen. Luigi Manconi e Paolo Corsini – e poi segue attivamente le vicende che conducono all’approvazione della L. 22.12.2017, n. 219, tra cui l’elaborazione del documento “Linee propositive per un diritto della relazione di cura e delle decisioni di fine vita”, del Cortile dei gentili.
Tra il 2021 e il 2023, il gruppo inizia a rinnovarsi e a consolidarsi, anche attraverso la costituzione dei primi osservatori locali di Padova, Trento, Bologna, e Palermo. Si tratta dei primi passi verso la costituzione di punti di osservazione radicati nel territorio, che possano fare emergere i problemi dal “basso” della dimensione quotidiana delle relazioni di cura nei diversi contesti e che potranno alimentare anche le attività della reta nazionale di studio.
Attualmente, l’orizzonte di interesse del gruppo si estende, per un verso, al problema della conoscenza ed attuazione della legge del 2017. Sarebbe necessario un grande sforzo e un impulso costante e concorde da parte delle istituzioni rispetto a chi organizza i servizi di cura, pubblici o privati, oltre che un impegno rispetto alla formazione “umanistica” dei giovani medici e degli altri professionisti coinvolti, a partire dalla formazione universitaria.
Per altro verso, il tema della “cura della persona” – e di un diritto della cura della persona – riguarda tutte le situazioni di fragilità e di bisogno di sostegno e si prospetta come una questione politica e giuridica centrale nel nostro futuro: è necessario un “diritto gentile” nella cura delle persone fragili, dei bambini, degli anziani, dei migranti, delle persone detenute, ecc. Quindi, “Per un diritto gentile” del “prendersi cura”.

LE PERSONE

GLI OSSERVATORI